venerdì 8 febbraio 2019

Sponsorizzazioni - Regole ISSF per abbigliamento armi ed attrezzature

Il nostro non è di certo uno di quegli sport in cui le aziende fanno a gara per apporre il loro marchio sulle attrezzature o sull'abbigliamento da competizione degli atleti, tuttavia ultimamente specie nelle competizioni internazionali si inizia a vedere qualche marchio o qualche logo anche sui completi da tiro.



Forse non tutti sanno che l'applicazione di marchi e loghi per quanto sia poco diffusa nel tiro è regolamentata in modo preciso dalle norme ISSF (paragrafo 4.6) , questo sia per posizione dei marchi sia per numero su capi di abbigliamento,  attrezzature ed armi.

 
Oltre alla posizione ed alle dimensioni le regole ISSF chiariscono anche la differenza tra cosa deve essere considerato marchio di uno sponsor (soggetto a restrizioni) e marchio del produttore del capo di abbigliamento e/o dell' attrezzatura/arma (che non è soggetto alle specifiche restrizioni).
 
Qui sotto trovate gli schemi redatti dall' ISSF per chiarire dove e come possono essere posizionati loghi e marchi di eventuali sponsor (non i marchi dei produttori del capo di abbigliamento/attrezzatura/arma).
 
 


giovedì 7 febbraio 2019

Esportazione armi ad aria compressa, siamo certi di sapere come si fa ?


 
 
La normativa che liberalizza le armi ad aria compressa con energia alla bocca inferiore a 7,5 J è sicuramente di grande aiuto per noi tiratori sportivi.

Poter acquistare, detenere trasportare ed usare senza alcun titolo di polizia le nostre armi ad aria è un bel vantaggio che ovviamente ha contribuito alla grande espansione del tiro a 10m. 

Pochi tuttavia sanno che se è così facile gestire queste armi all' interno dei confini dello Stato non è altrettanto facile quando queste armi vanno portate (o meglio trasportate) all' estero per partecipare ad esempio ad una gara o per degli allenamenti.

Tanti, tantissimi pensano che essendo queste armi libere in Italia ed in Europa esse possano essere tranquillamente portate come bagaglio a seguito come fossero un paio di sci o un arco.

Questo purtroppo non corrisponde al vero,  ed è questo un equivoco che rischia di portare su degli inconsapevoli tiratori serie conseguenze penali.

Le armi a modesta capacità offensiva infatti (per capirci tutte le nostre C10 e P10, escluse solo quelle d'annata che sono ancora considerate alla stregua di armi da fuoco) per essere esportate anche temporaneamente, per partecipare a competizioni ad esempio , devono purtroppo seguire il medesimo iter autorizzativo delle armi da fuoco.

Lo stabilisce la Circolare 557/B.9396-10175(1) del 6 agosto 2008 - Esportazione armi liberalizzate questo in pratica vuol dire che per portare una C10 all' estero occorre che la stessa sia "caricata" su una Carta Europea per Armi da Fuoco (Firearm pass) , cosa che comporta il possesso di un regolare PdA , oppure che l'esportazione sia esplicitamente autorizzata dalla Questura di competenza.

Sembra un aspetto trascurabile, ma in realtà chi esportasse un arma fuori dai confini senza tenere conto di queste prescrizioni rischia pesante.

In caso di controllo nel paese estero infatti l'arma in questione sarebbe sequestrata e il tiratore denunciato e processato per direttissima per importazione abusiva di arma, dopodiché espulso... salvo ovviamente subire analogo processo penale in Italia per "esportazione" abusiva di arma a modesta capacità offensiva.

Per chi volesse approfondire segnalo questo interessante post del Giudice Mori.

 

 

http://www.earmi.it/diritto/leggi/esportazione%20liberalizzate.html

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