Venti domande (tecniche) a : Maurizio Ballirano
Specialità praticate CL3P, CLT, C10
11 volte Campione Italiano Individuale
12 volte Campione Italiano a Squadre
50 presenze in nazionale e 100 gare internazionali
8 Record italiani 7 Individuali 1 a
Squadre
2 volte in Preparazione Olimpica
8 Medaglie in competizioni internazionali
Un curriculum di tutto rispetto, lui è Maurizio Ballirano classe
1961 in attività agonistica dal 1975 al 1997.
Tirando per la Sezione di Osimo è stato il primo
tiratore italiano di carabina veramente forte nelle tre specialità, cerchiamo
se possibile di rubargli qualche segreto.
Innanzitutto Grazie
Maurizio per aver accettato di rispondere a queste domande:
D) Tra tutte le discipline che
hai praticato quale è quella che tecnicamente ti appassionava di più? Puoi spiegarcene
i motivi?
R) Ho praticato tre
specialità di carabina, Cl3p, Clt, C10 e devo dire che la tre
posizioni è quella che più mi ha appassionato nella mia carriera perché
racchiude la difficoltà di tre tipi diversi di tiro e l'abilità di risolvere
varie problematiche in una unica competizione.
D)
Quali sono secondo te le caratteristiche
principali che sono necessarie per emergere nel nostro sport e in particolare
nelle discipline di carabina?
R ) Penso che avere prima di tutto un fisico ben allenato
sia fondamentale per affrontare la fatica e rimanere con la mente lucida ,poi
ovviamente una predisposizione naturale alla destrezza è molto importante.
D)
Tra questi aspetti quali a tuo giudizio sono
quelli innati e quali quelli che possono esser sviluppati attraverso un percorso
di preparazione specifica?
R) La destrezza è innata ma va comunque affinata
attraverso gli allenamenti, la preparazione fisica può essere programmata ma
una particolare attenzione va dedicata alla preparazione mentale che nel nostro
sport è la parte preponderante e va allenata molto intensamente.
D)
Su quali di questi aspetti incentreresti un
percorso di preparazione / allenamento?
R) Nell'allenamento
si devono programmare tutti questi tre aspetti ma ovviamente per arrivare alle
gare in forma bisogna fare programmazioni diverse tra la preparazione fisica, tecnica
e mentale. Mi spiego meglio, non si può fare lo stesso allenamento ripetitivo
sempre uguale tutto l'anno, all'inizio della stagione si prediligerà una
preparazione fisica di base e meno una preparazione tecnica poi man mano che ci
si avvicina ad una gara si farà il contrario. Appena fatta la gara si dovrà
avere un periodo di scarico quindi poco tiro e più attività fisica etc. La
preparazione mentale invece deve essere curata tutto l'anno.
D)
Quali sono le priorità?
R) A seconda dei
livelli raggiunti le priorità sono diverse (es. tra un tiratore della nazionale
e non) ma ovviamente bisogna programmare le gare più importanti, difficilmente
durante l'anno si possono fare tutte le gare ad alto livello quindi gli
obiettivi vanno programmati.
D)
Quali sono invece le cose da evitare
assolutamente? ovvero quali gli errori da NON fare?
R) Come dicevo prima un errore da non fare è
quello di allenarsi sempre nella stessa maniera per non incorrere
nell'assuefazione al tiro.
D)
Premesso che ovviamente il fattore umano è
sempre fondamentale nella prestazione, quanto contano gli accessori e le
attrezzature nelle attuali discipline di carabina?
R) Avere una buona
carabina aiuta sempre ma non è la parte fondamentale, spesso i tiratori danno
la colpa degli errori che commettono all'attrezzatura e invece spessissimo sono
solo problemi mentali.
D)
L’ età dei tiratori di livello mondiale specie
in alcune discipline (10m) si è andata nettamente abbassando negli ultimi anni,
a che età è necessario iniziare l’attività agonistica oggi per sperare di poter
raggiungere livelli di eccellenza?
R) Non credo che
l'età sia determinante per iniziare in senso assoluto, certo è che se si inizia
ad allenare la destrezza prima, in età matura si ha un bagaglio di esperienza
notevole.
D)
I livelli tecnici di alcune specialità si sono
alzati molto negli ultimi anni, secondo te per quale motivo? Migliori
allenamenti o migliori attrezzature?
R) Per entrambe le
cose
D)
Se dovessi consigliare un giovane tiratore, gli
diresti di concentrarsi solo su una specialità (es. 10m) oppure avendone la
possibilità di provarne diverse (es. CLT, Cl3P)?
R) Sicuramente gli
consiglierei di provarle tutte, per diversi motivi.
D)
Nel caso di più specialità, come consiglieresti
di suddividere il proprio impegno? ovvero quante risorse (tempo, fatica,
risorse economiche et.) dedicare alle diverse specialità?
R) Uno dei motivi di cui parlavo sopra è che pur
allenandosi molto nelle varie specialità non ti viene la noia , ci si potrebbe
allenare un giorno terra e in piedi , un giorno ginocchio e in piedi , un giorno
di aria e via di seguito. (nel mio caso io mi allenavo 5/6 giorni la settimana)
D)
Quanto tempo occorre oggi per formare un tiratore
di alto livello? ovvero quanti anni di impegno sono necessari per raggiungere
livelli internazionali?
R) Il tempo è
soggettivo ma molto dipende dall'impegno e dalla quantità di allenamenti che si
riesce a fare.
D)
E’ necessario un approccio professionistico?
R) Sarebbe indicato
l'approccio professionistico soprattutto per la tranquillità mentale che questa
condizione genera (si deve pensare solo a tirare)
D)
Quanto è importante per un tiratore che voglia
raggiungere livelli di eccellenza acquisire competenze tecniche sul tiro? E’
necessario “studiare” o basta “tirare”?
R) Studiare è
importante come tirare, conoscere la teoria per poi metterla in pratica al
poligono credo sia fondamentale.
D)
Quali sono le necessarie competenze da
acquisire?
R) Le competenze da acquisire sono molte ma
ripeto altre alla pratica è utile studiare
D)
Potresti consigliare dei testi o delle letture?
R) Alcune letture sul
mental training aiutano così delle lettura tecniche (come si tira con il vento)
e delle letture sulla preparazione fisica specifica per gli sport di destrezza.
D)
Ci sono aspetti del tiro che possono essere
programmati (come ad esempio l’uso di una determinata cartuccia) ed altri che
possono essere solo gestiti (es. vento, luce, condizioni meteo), per questi
ultimi che consigli ti sentiresti di dare?
R) Per le cartucce
direi che è importante avere fiducia nel lotto con cui si spara quindi provare
la carabina con i vari lotti è importante, per le condizioni ambientali
consiglierei di allenarsi di più quando il tempo non è perfetto (vento
pioggia nuvolo) per abituarsi alle situazioni che sicuramente si troveranno,
all'estero specialmente.
D)
Si può parlare di “strategie di gara” nel tiro?
R) Certo le strategie
di gara possono esserci , molto anche qui dipende dal tempo che si trova o dal
modo di tirare (veloce o lento a seconda del tiratore)
D)
Puoi farcene qualche esempio?
R) Se ad esempio il
tempo è molto variabile si può provare ad aspettare che le condizioni migliorino,
poi però bisogna essere veloci a tirare perché è trascorso del tempo prezioso.
Ricordo una gara a Roma dove c'era un tempo veramente pessimo, dovevamo tirare
a terra e non si riusciva a stare nel 9. Mi sono fermato sono uscito dal
poligono e ho visto che il tempo poteva migliorare , così ho aspettato un'ora
prima di entrare in gara . Improvvisamente si è calmato e in 22 minuti ho
finito la gara tirando 595. Credo che il secondo avesse fatto 585. Diciamo che
ho avuto fortuna ma comunque avrei potuto fare 585 anche nell'altra condizione
per cui ho rischiato una tattica diversa.
D)
Normalmente (almeno in Italia) un tiratore viene
seguito da un allenatore/tecnico agli inizi della sua carriera e poi inizia a
gestirsi da solo, contrariamente a quanto ad esempio avviene nel golf dove si
prendono lezioni per tutta la vita agonistica, credi che per eccellere sia
necessario un tecnico anche a maturità agonistica raggiunta?
R) Penso che potersi confrontare con un
allenatore che ti segue sia importante per tutta la carriera agonistica.
Le 20 domande sono terminate, Grazie Maurizio, ed ora ci si vede sulle linee di tiro :D